Si avvia verso la conclusione la riabilitazione della dorsale di Conegliano a opera di Piave Servizi, ambizioso intervento per risanare parte dell’acquedotto al servizio della città del Cima e di altri sette comuni limitrofi, per un approvvigionamento idrico di almeno 100 mila persone. Terminata la porzione di condotta a San Fior, il cantiere al momento si è spostato a Codognè e si chiuderà nei primi mesi del 2022.

Di particolare rilevanza è la tecnologia no-dig utilizzata, che non prevedendo scavi a cielo aperto permette di completare l’intervento limitando al minimo l’impatto ambientale e sociale. Questo senza la necessità di interrompere il servizio erogato all’utenza, grazie alla complessa realizzazione di un sistema di bypass che attraversando il tessuto urbano e l’aperta campagna assolve in tutto e per tutto alle funzioni di un normale acquedotto.

Si tratta di un intervento prioritario nell’agenda di Piave Servizi, per un ammontare complessivo dell’investimento di 2 milioni 600 mila euro.

“Questo progetto rientra nel piano di efficientamento acquedottistico che stiamo portando avanti con grande determinazione e importanti investimenti –ha spiegato Alessandro Bonet presidente di Piave Servizi–. Nel caso specifico, la rete era spesso soggetta a perdite dovute alla vetustà dei materiali. Pertanto, compatibilmente ai costi e alle tempistiche necessarie per risolvere le criticità, abbiamo optato per un intervento con la tecnica dell’hose lining, che consiste nell’inserimento nelle condotte esistenti di un tubolare sintetico rinforzato con fibre in kevlar, flessibile e autoportante, garantito per almeno 50 anni di vita utile”.

In poche parole, l’acqua scorrerà all’interno di una nuova condotta, capace di sostenere le più svariate pressioni, contenuta a sua volta all’interno della tubazione ammalorata. Una particolare tecnologia ad elevate prestazioni, quella adottata da Danphix, leader italiana nel settore, per conto di Piave Servizi, che riserva molteplici vantaggi.

“Nel 2018, siamo stati tra i primi in Italia a ricorrere al risanamento no-dig per risolvere le criticità più urgenti –ha sottolineato Bonet–. Questa tecnica rivela numerosi benefici perché è di rapida esecuzione, abbatte i costi e permette il riciclo di una tubazione già in essere. Questo si traduce in una riduzione dei disagi alla circolazione stradale, in un minore consumo di materie prime, e in un impatto ambientale e sociale praticamente azzerato”.