Utili indicazioni gestionali derivanti dalla presenza dei cervi nella Foresta demaniale regionale del Cansiglio , gestita da Veneto Agricoltura, arrivano da un progetto che prevede il monitoraggio di alcuni esemplari. Obiettivo dell’iniziativa, che ha visto il coinvolgimento di Regione del Veneto, Veneto Agricoltura, Università Ca’ Foscari di Venezia, Corpo di Polizia Provinciale di Belluno e del Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Tarvisio, è quello di raccogliere specifiche informazioni sul comportamento dei cervi in determinate situazioni, per esempio durante il periodo della riproduzione e nei mesi invernali, ma anche di evidenziare quelli che sono gli effetti della loro presenza sulle altre specie animali che abitano quest’area e sulla rinnovazione forestale nonché sulle specie fruttifere del sottobosco. Effetti che complessivamente risultano essere piuttosto negativi visto che a patire maggiormente è proprio la rinnovazione dei soprassuoli forestali, con pesanti conseguenza anche su altre specie di elevato valore conservazionistico, quali il gallo cedrone o il francolino di monte, e sulle componenti della biodiversità meno evidenti quali, ad esempio, le comunità dei coleotteri carabidi.

L’azione di monitoraggio con la tecnica della radiotelemetria satellitare svolta in Cansiglio sta fornendo in questi giorni interessanti risultati, ma va detto che il progetto è partito nel 2015, quando cioè dieci femmine di cervo erano state catturate e munite di radio collare satellitare con l’obiettivo di acquisire, come accennato, informazioni sul comportamento della specie, in particolare sugli spostamenti dei cervi durante il periodo delle nevicate e in corrispondenza del periodo riproduttivo. Successivamente, tra il 2020 e il 2021, nonostante le restrizioni dovute all’emergenza COVID-19, uno staff di specialisti coordinato dall’Università Cà Foscari di Venezia ha catturato altri cinque esemplari maschi adulti di cervo munendoli di radio collare satellitare al fine di acquisire ulteriori informazioni sulla biologia della specie e in particolare sul comportamento riproduttivo.

In pratica, il monitoraggio sta consentendo di acquisire una grande mole di dati utili per studiare gli effetti della presenza dei cervi sui soprassuoli forestali e sulle aree agricole del Cansiglio, nonché sul loro impatto su altre specie animali.

Più in dettaglio, i dati raccolti su due cervi catturati nel mese di ottobre 2020 hanno confermato l’ipotesi che parte di questi maestosi animali raggiungano l’area demaniale del Cansiglio solo per la stagione degli amori (che tra settembre e ottobre richiama numerosi appassionati vista la facilità di osservazione e il fascino che suscita il suono dei bramiti). Al di là di questo breve periodo, i maschi di cervo possono spostarsi al di fuori del Cansiglio per trascorrere il resto dell’anno a distanze lineari che superano anche i dieci chilometri.

Nei primi giorni di ottobre il lavoro di campo di Veneto Agricoltura coordinato da Sandro Nicoloso, coadiuvato da Paola Semenzato e il veterinario Enrica Bellinello, assieme ad alcuni volontari, ha permesso agli agenti del Corpo di Polizia Provinciale di Belluno e del Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Tarvisio di catturare, grazie alla loro decennale esperienza, gli altri tre maschi come previsto dal progetto consentendo così di ampliare il campione del monitoraggio. Fondamentale in questo contesto il contributo del personale del Centro Forestale di Pian Cansiglio di Veneto Agricoltura, data la conoscenza dei luoghi e degli spostamenti degli stessi animali.

Infine, vale la pena ricordare che i risultati dell’azione di monitoraggio svolta finora in Cansiglio sono confluiti in alcune tesi di laurea discusse in tre diversi Atenei italiani (Padova, Venezia e Firenze).