Il 2021 è stato caratterizzato, da un lato, da un inverno molto rigido e, dall’altro, da un’estate con caldi record: questi due fattori hanno portato i livelli di stoccaggio di gas naturale in Europa ai minimi storici negli ultimi 10 anni. Lo evidenzia AGSM Energia.

Nello specifico, a inizio 2021 l’inverno si è protratto più a lungo del previsto, richiedendo un maggior consumo di gas naturale in Europa (10 miliardi di metri cubi in più, per un aumento del 7,6 per cento rispetto alle medie storiche) e che ha pesantemente influito sugli stoccaggi, ora su livelli in linea pressoché con il 2018, quando soffiava il vento siberiano Burian.

Al contrario, l’estate appena trascorsa è stata la più calda mai registrata nel nostro continente, con picchi oltre 40°C, che hanno causato una reazione a catena: con l’elevata domanda energetica per il raffrescamento c’è stata infatti una richiesta maggiore di gas per la produzione termoelettrica, che ha causato da un lato un aumento dei prezzi delle materie energetiche e dall’altro una diminuzione dei volumi di gas da stoccare, con livelli di riempimento che, con l’avvicinarsi dell’inverno, risultano ai minimi storici degli ultimi dieci anni.

Se da una parte la situazione italiana non è così drammatica (infatti gli stoccaggi al momento risultano pieni oltre l’86 per cento), così non si può dire osservando le medie europee, che si attestano circa al 75 per cento, valore ben lontano dalla media storica del 95 per cento; eppure, come si prevede, le condizioni meteo dovrebbero essere favorevoli quest’anno, permettendo perciò di evitare problemi come impennate di prezzo e blackout per carenza di offerta di gas.