Il meccanismo di acquisto dei certificati di emissione di CO2 è strutturato in modo da favorire la transizione verso il rinnovabile e perciò ridurre la produzione energetica da fonti inquinanti. Il prezzo di questi certificati è raddoppiato rispetto all’anno scorso: questa è una delle cause che, insieme alla carenza di gas naturale, hanno provocato l’aumento record del prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica.

Nello specifico, il meccanismo europeo di gestione delle quote di CO2 prevede che ogni emettitore di gas serra acquisti dei certificati per ogni tonnellata di CO2 emessa, con l’obiettivo di incentivare l’utilizzo di impianti a fonte rinnovabile rispetto a quelli maggiormente inquinanti.

In questo ambito, rispetto al 2020 i prezzi dei certificati di emissione di CO2 sono raddoppiati, con un valore che attualmente è pari a 62 euro/MT e che rappresenta il massimo storico per questo prodotto: ogni anno infatti i certificati disponibili vengono ridotti dall’Unione Europea, sempre con l’intento di favorire la transizione verso il rinnovabile; di conseguenza, potendoci essere meno emissioni, i costi di questi certificati aumentano.

Nonostante ciò, nel corso del 2021, a causa dell’aumento di domanda di energia elettrica e della scarsità di gas naturale, molte centrali a carbone sono ritornate in funzione a pieno regime, con la conseguenza che la richiesta di certificati di emissione ha subito un incremento, provocando quindi un sovrapprezzo anche direttamente sul prezzo all’ingrosso dell’energia, che continua ad attestarsi su valori record.