Al Veneto mancano pezzi fondamentali della filiera, come consorzi forestali, moderne segherie, reti di teleriscaldamento, ma dispone di tutto quanto serve per far ripartire un comparto, quello forestale, che nella sua storia è stato molto rilevante per la regione.

Certamente la tempesta Vaia e i suoi effetti, che vedono in questo momento, com’era prevedibile, una nuova fase di criticità per gli attacchi di bostrico, un insetto cosiddetto xilofago, ovvero che si nutre di legno, e che imperversa quando c’è disponibilità in natura di legno morto o di piante deboli, soprattutto abete rosso, proprio quello schiantato da Vaia…, hanno creato negli amministratori e nei cosiddetti stakeholders dellla filiera economica forestale regionale, nuova consapevolezza nella necessità di rivedere, migliorare, adeguare, ottimizzare tutto il settore.

Su quali basi però avviare questa revisione di un comparto molto importante sul piano economico industriale, quello della trasformazione del legno è la seconda voce dell’export nazionale, ma involuto o non completamente organizzato per quanto riguarda la parte più strettamente forestale. Un dato per tutte, a nordest mancano segherie adeguate per realizzare quelle economie di scala indispensabili per la competitività, e quindi rimaniamo dipendenti da sistemi come quello austriaco molto più efficiente ed all’avanguardia. E’ chiaro quindi che tutta la filiera soffre, anche il tassello della vendita del legname, che viene compressa e “vessata” si potrebbe dire dai grandi acquirenti extranazionali, europei e non (cinesi…).

Una risposta sta provando a darla Veneto Agricoltura attivando, come azione pilota, i tavoli tematici, che opereranno su più filiere del settore primario. Quello riunitosi sabato nella foresta demaniale regionale del Cansiglio ha affrontato proprio la filiera legno, presenti gli operatori di settore, la Regione del Veneto, l’Università di Padova, l’area certificazione forestale (PEFC, FSC), Camera di Commercio, organizzazioni professionali agricole, Consorzio legno veneto, CIFORT (Consorzio Imprese Forestali trivenete), AIEL, FIPER, etc.

Alla presenza del direttore di Veneto Agricoltura Nicola Dell’Acqua, il tavolo ha  affrontato una serie di tematiche che hanno ruotato attorno all’interessante analisi proposta dal coordinatore Giustino Mezzalira, dirigente della sperimentazione agraria e forestale dell’agenzia regionale, frutto di una cosiddetta analisi SWOT, che ha messo a confronto le risposte degli stakeholders rispetto a quesiti topici per il settore, al fine di verificare i punti di forza e di debolezza in cui la filiera forestale regionale si trova ad operare in questo periodo di crisi, tra emergenze Vaia e Covid; cioè individuare le opportunità ed i rischi che la caratterizzano, dalla situazione delle foreste alla valorizzazione dei prodotti e dei servizi che esse forniscono, quali prodotti legnosi, prodotti non legnosi, servizi ecosistemici.  Un’analisi non definitiva, che ha bisogno ancora di ulteriori approfondimenti ma che certamente ha aiutato i presenti a avviare una serrata discussione in merito a suggerimenti che potrebbero essere posti all’attenzione della giunta regionale.

Infatti, è emerso che il sistema foresta legno del Veneto dispone di un patrimonio che non è mai stato così ricco; è presente forte tessuto di PMI (comparto legno arredo e non solo) molto competitivo anche a livello mondiale; c’è attenzione alle tematiche ambientali e alto è il riconoscimento del grande valore del legno come materia prima ecosostenibile; e sempre più riconosciuti sono i cosiddetti servizi ecosistemici dei boschi (come la recente certificazione della conservazione della biodiversità della Foresta del Cansiglio). Ma i presenti hanno anche sottolineato la mancanza di moderne segherie e di infrastrutture (strade forestali etc.).

Il tavolo si è tenuto in occasioni delle celebrazioni per i 1600 anni della nascita di Venezia organizzate in Cansiglio dalla Regione del Veneto e da Veneto Agricoltura con Longarone Fiere Dolomiti.