Confservizi, la confederazione che attraverso Utilitalia e Asstra rappresenta 600 imprese dei settori acqua, rifiuti, energia e trasporto pubblico, nell’ambito del ciclo di audizioni in corso presso al Senato della Repubblica, ha illustrato il documento contenente le proposte strategiche per attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Snellimento burocratico, stabilità normativa e istituzionale, regolazione indipendente e crescita industriale attraverso processi accompagnati di aggregazione sono solo alcuni dei capisaldi della strategia trasversale per le imprese del comparto, in cui il PNRR può svolgere un ruolo decisivo quale acceleratore degli investimenti.

“Le nostre associate occupano attualmente più di 300mila persone, ma se il PNRR recepisse le nostre proposte, riteniamo che il settore possa registrare un incremento di circa 400 mila nuovi posti di lavoro” ha sostenuto Andrea Gibelli presidente di Confservizi.

“I progetti candidabili per il prossimo PNRR valgono per le Utiliity italiane circa 25 miliardi di euro, con un impatto dell’1,47% sul PIL e 285 mila nuovi occupati – ha aggiunto Gibelli-. La quasi totalità verrebbe indirizzata agli obiettivi di transizione ecologica e innovazione digitale. I ricavi da tariffa e i 60 miliardi di investimenti attualmente allocati in 5 anni nel Piano Nazionale non sono infatti sufficienti a coprire il fabbisogno reale del settore. Abbiamo bisogno di risorse, in parte addizionali, e soprattutto di un piano di riforme e semplificazioni incisivo e completo per innescare un circuito virtuoso capace di mettere a disposizione di cittadini e imprese tutto il valore di cui il sistema dei servizi pubblici locali è capace”.

“Abbiamo bisogno -ha inoltre detto il presidente- di semplificare i procedimenti autorizzativi, di maggiore efficienza delle imprese rispettando i vincoli europei senza ulteriori obblighi nazionali, ma soprattutto di incentivare le aggregazioni fra imprese del comparto anche tramite agevolazioni fiscali e regolatorie. La frammentazione gestionale ostacola gli investimenti di lungo periodo e l’efficienza gestionale”.

“Per quanto attiene in particolare il settore del TPL -ha proseguito Gibelli- lo sbilancio da colmare per il ripristino del necessario equilibrio economico ammonta, considerando il danno relativo 2020 e le stime per il primo semestre 2021, a circa 1,8 miliardi. Se vorremo continuare a offrire un servizio all’altezza ai 15 milioni di persone che ante Covid utilizzavano quotidianamente il TPL sarà necessario attivare investimenti nell’ordine di 14 miliardi di euro puntando su una politica espansiva in mezzi, nuove infrastrutture, sicurezza ferroviaria, digitalizzazione e progetti di rigenerazione urbana delle aree prospicienti le stazioni”.

Per quanto riguarda le specifiche proposte di riforma, nel servizio idrico integrato servono interventi che consentano di superare le gestioni in economia, di rilanciare gli investimenti e di promuovere la strutturazione di un servizio di stampo industriale.

Sul versante dell’igiene urbana, Confservizi ricorda l’urgenza di arrivare alla chiusura del ciclo di recupero e all’autosufficienza nazionale, realizzando seguendo un cronoprogramma ad hoc e adeguando i piani regionali (secondo le linee guida del PNGR).

Nel capitolo riforme procedurali si distinguono l’accelerazione delle procedure di realizzazione di opere di interesse generale e di rete, la riduzione dei termini per le modifiche sostanziali agli impianti, lo snellimento autorizzativo, l’applicazione della PAS all’AUA per gli impianti di interesse economico generale a rete, la semplificazione dei procedimenti di modifiche non sostanziali ai progetti.

Per quanto riguarda il rafforzamento delle imprese si tratterebbe, sempre secondo Confservizi di valorizzare le società efficienti (risultato positivo di bilancio in 4 dei 5 esercizi precedenti e rating investment grade, che gestiscono servizi di interesse generale senza gravarle di ulteriori obblighi introdotti dal legislatore italiano, in particolare senza l’applicazione dei vincoli gestionali del TUSP.

Accanto a queste misure dovrebbero essere promossi processi di consolidamento industriale del comparto, anche tramite agevolazioni fiscali e regolatorie in modo da superare l’attuale frammentazione gestionale di operatori spesso sottodimensionati e quindi beneficiare di economie di scala a favore di cittadini e imprese. Infine, per il Trasporto Pubblico Locale, gravato da una perdita di ricavi da traffico complessiva di almeno 2,2mld di euro dovuta alla pandemia, le proposte di Confservizi sono di avviare una politica di investimento espansiva sui mezzi (9,5 miliardi aggiuntivi in 6 anni per riportare l’età media degli autobus sui livelli europei, pari a 7 anni, e declinare la transizione energetica; 1 miliardo di euro addizionali per riportare l’età media dei treni delle ferrovie ex concesse attorno ai 15 anni), sulle nuove infrastrutture relative al Trasporto Rapido di Massa (almeno 500 milioni/anno per 6 anni), sulla sicurezza ferroviaria (390 milioni nel periodo 2021/2034) e sulle nuove tecnologie digitali, nonché sui progetti di rigenerazione urbana.