Durante la settimana scorsa il prezzo dell’energia ha subito un brusco rialzo, dovuto principalmente a due fattori: l’ondata di freddo e il record dei prezzi dei certificati di emissione di CO2. Lo ha reso noto AGSM Energia.

In particolare, a causa delle rigide temperature, si è verificato un lieve incremento della domanda energetica a uso domestico, mentre il consumo di energia elettrica del settore terziario risulta ancora indebolito, con un calo del 5% rispetto all’anno scorso.

Su questo importante aumento dei prezzi (si parla di oltre il 40% in più rispetto a febbraio 2020) pesa notevolmente anche la domanda francese, risultata in aumento sia per il maggior fabbisogno energetico ad uso riscaldamento residenziale che per gli scioperi nel settore energetico dovuti alla riforma pensionistica: questo ha implicato un import significativo anche dall’Italia, dove il prezzo dell’energia all’ingrosso PUN è aumentato di quasi il 6% rispetto alla settimana precedente, nonostante un forte incremento della produzione da fonte rinnovabile del 25% grazie agli impianti idrici ed eolici.

Per quanto riguarda invece le stime dei prezzi energetici Futures per i prossimi mesi si registra un livello elevato, a causa del rialzo del prezzo dei certificati di emissione di CO2 (che ha superato il valore di 40 euro/MT) e della discesa delle riserve petrolifere americane e cinesi, a cui si aggiunge anche una ripresa dei consumi su base globale.