L’applicazione del nuovo metodo tariffario della Tari (il tributo comunale sui rifiuti) e della Tarip (la tariffa a corrispettivo, calcolata in base alla produzione di rifiuto secco residuo di ogni singola utenza) deciso dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) è vicenda complessa e Veritas ritiene che abbia bisogno di essere compresa, perché non sempre si traduce in un automatico aumento della bolletta a carico dei cittadini ed è difficile capirne la logica.

E’ complesso il metodo di calcolo che è stato impostato – resta da vedere se purtroppo o per fortuna – per confrontare i vari ambiti e i diversi standard di servizio, che nel territorio dove Veritas gestisce l’igiene urbana (i 44 comuni della Città metropolitana di Venezia e Mogliano Veneto) sono diversi e molto personalizzati.

Dunque, lo sforzo sarà di rendere più omogenei possibile gli standard di servizio (ovviamente, dove possibile), producendo quindi economie di scala in grado di annullare o minimizzare gli aumenti causati dalla frammentazione e dal nuovo sistema di calcolo introdotto da Arera.

I comuni che vedranno crescere le bollette sono solo 5 su 45, e l’aumento sarà probabilmente bilanciato o addirittura assorbito dalla lotta all’evasione e all’elusione tariffaria.

In moltissimi altri comuni l’omogeneizzazione dei servizi è stata fatta negli scorsi anni, con il risultato che i cittadini e le imprese non vedranno nelle bollette alcun effetto causato dal nuovo metodo di calcolo.

Questo, grazie anche alla forza delle gestioni garantite da Veritas.

Tuttavia, tra i vari punti ancora da chiarire di questa riforma tariffa, sottolinea Veritas, c’è la questione dell’applicazione dell’unico vero aumento dei costi, peraltro non derivante da nuovi metodi di calcolo: i 4 milioni annui di maggiori costi causati dal ritardo dell’autorizzazione all’impianto di termovalorizzazione e recupero energetico del Combustibile solido secondario (Css) di Fusina, che tutti sanno essere stato ostacolato (ed essere tuttora) dai comitati del no.

Purtroppo, nessuna riforma potrà intervenire su questo aumento, perché si tratta di soldi spesi per trasportare e smaltire altrove le tonnellate di Css (quindi di rifiuti che non possono essere riciclati) prodotti dalla collettività.

Le questioni politiche indotte dall’applicazione del nuovo metodo – che come detto non riguardano tutto il territorio – sono importanti e andranno gestite dai sindaci interessati e dal Consiglio di Bacino Venezia Ambiente.

Invece, i soldi spesi per smaltire il Css in altri impianti saranno interamente a carico della collettività. Se non si procederà con velocità a recuperare il tempo perduto, quindi se l’impianto di Fusina (moderno, necessario, controllato e a basso impatto ambientale) non sarà messo prima possibile nelle condizioni di operare, gli aumenti delle bollette dei rifiuti saranno generali e ben maggiori di quelli causati dal nuovo metodo di calcolo di Arera.