Nel corso del webinar di ieri organizzato da Utilitalia, Elettricità Futura e Terna è stata presentata l’indagine del Politecnico di Torino Lo smart work nel settore delle utilities. Cosa è cambiato con la pandemia Covid-19. Con un focus sul settore elettrico e il ruolo ricoperto dalle tecnologie digitali in questi mesi di lockdown, lo studio ha analizzato l’evoluzione dello smart work da strumento di welfare a “nuova normalità”.

“Lo smart working –ha spiegato Michaela Castelli presidente di Utilitalia- non significa solo una diversa gestione degli spazi, ma anche una differente gestione del tempo; e di seguito, una conseguente riformulazione dei processi organizzativi, che si dovranno basare per forza di cose sulle tecnologie digitali a disposizione.  Per alcuni ruoli delle nostre aziende associate, il lavoro agile era già previsto, ma sicuramente non nelle modalità e soprattutto nei volumi per il quale oggi lo conosciamo. Ora l’analisi del Politecnico identifica tre tipi di sfide: rivedere il sistema di controllo del lavoro, che incide anche sui contratti collettivi nazionali, la gestione del rischio di isolamento e l’utilizzo dei diversi strumenti digitali per costruire nuove pratiche di collaborazione, comunicazione e condivisione di esperienze”.

“Il settore elettrico ha già avviato profondi cambiamenti legati alla transizione verso le rinnovabili puntando sull’innovazione tecnologica, l’utilizzo dei big data e dell’intelligenza artificiale –ha osservato Agostino Re Rebaudengo presidente di Elettricità Futura-. La pandemia è andata ad accelerare questi processi e proprio lo smart working ha costituito una risposta efficace all’emergenza sanitaria infondendo nuovi valori, strumenti e profili di competenze. Oggi vi è certamente una piena consapevolezza, oltre che volontà, di rivisitare i processi delle imprese e rafforzare l’efficacia dello smart working non solo per il nostro settore e gli altri settori industriali ma anche per la Pubblica Amministrazione con cui le nostre aziende si confrontano sempre più spesso”.

“Le evidenze raccolte nel settore elettrico per questo studio possono essere generalizzate a tutti i settori dei servizi e, ancora più in generale, nei lavori di ufficio”, ha dichiarato Paolo Neirotti docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e della Produzione del Politecnico di Torino e responsabile scientifico della ricerca.

È auspicabile che organizzazioni sindacali ed istituzioni proseguano lungo la strada dello snellimento normativo dello strumento dello smart work. L’efficace integrazione dei processi di smart working richiederà un middle management illuminato che accompagni, supervisioni, intermedi i processi e dall’altro una sempre maggiore attenzione alla formazione continua delle risorse e alla socialità in quanto uno dei rischi è l’isolamento.

Nel corso del webinar, Silvia Ciucciovino dell’Università di Roma Tre, Arturo Maresca dell’Università La Sapienza, Marco Falcinelli Segretario Generale della FILCTEM CGIL, Salvatore Mancuso Segretario Generale della FLAEI CISL, Paolo Pirani Segretario Generale della UILTEC UIL, Emilia Rio Responsabile Risorse Umane e Organizzazione del Gruppo Terna, Adolfo Spaziani Senior Advisor di Utilitalia e Filippo Contino Senior Advisor di Elettricità Futura si sono confrontati sulle politiche necessarie a implementare correttamente lo smart working nei modelli organizzativi.

Nella foto Michaela Castelli presidente di Utilitalia