“Il settore dei servizi pubblici può essere centrale per la ripartenza del Paese. Con progetti per 17,4 miliardi di euro le utilities mettono sul campo tutto il loro potenziale, chiedendo attenzione e impegno, in vista delle risorse del Recovery fund”: così Michaela Castelli presidente di Utilitalia, la federazione nazionale delle imprese pubbliche della quale Confservizi Veneto è espressione regionale, nel corso del suo intervento alla tavola rotonda Investimenti pubblici e privati per la transizione all’interno degli Stati generali della green economy nell’ambito della Fiera Ecomondo.

“Grazie anche all’impegno delle nostre aziende, che si occupano di raccolta e gestione dei rifiuti, di distribuire l’energia e portarla nelle case degli italiani e di rendere disponibile per tutti l’acqua –ha osservato Castelli- il Paese non si è fermato. Ora la sfida è quella di ripartire con una strategia per rendere le aziende di pubblica utilità un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile”.

In totale gli investimenti proposti da Utilitalia valgono 17,4 miliardi di euro. Di questi 16,4 miliardi sono per la transizione verde e un miliardo per la digitalizzazione. Degli oltre 16 miliardi per la transizione, 2,3 sono dedicati a progetti sull’economia circolare, che vanno dall’accelerazione sulla raccolta differenziata all’ampliamento della tariffa puntuale, fino alla realizzazione di nuovi impianti per il riciclo e la valorizzazione dei fanghi di depurazione.

Sulle città, e in particolare sulla mobilità, ci sono pronti progetti per 1,3 miliardi per la sostituzione del parco mezzi delle flotte aziendali con veicoli che sfruttano carburanti “verdi” come l’elettrico, il metano, il biometano, fino all’idrogeno. Per accompagnare la transizione verso la decarbonizzazione del Paese, garantendo al contempo la sicurezza e l’approvvigionamento del sistema, le utilities locali sono pronte a realizzare importanti investimenti sul fronte dell’energia: si va dall’efficientamento energetico degli edifici al teleriscaldamento, dalle smart grid fino allo sviluppo delle energy community.

In tutto, ha evidenziato Castelli “il potenziale impatto dei progetti della strategia di Utilitalia è di circa +1,02% sul Pil, con ricadute sul lavoro che porterebbero a 234 mila nuovi occupati. La transizione ecologica, che occuperà il 37% del totale delle risorse europee, ha bisogno di un piano dettagliato e di una serie di riforme, perché le risorse da sole non bastano: serve una forte semplificazione normativa, soprattutto in fase di iter autorizzativi e snellimento dei tempi delle procedure, e un impegno non più procrastinabile sul Meridione, dove è indispensabile favorire un approccio industriale ai servizi pubblici”.

“La transizione verde e quella digitale –ha concluso la presidente di Utilitalia- vedranno protagoniste nel prossimo futuro le utilities che, con il sostegno del Piano nazionale di ripresa e resilienza, potranno svolgere un ruolo decisivo anche sotto il profilo dell’accelerazione per l’auspicata ripartenza”.

Nella foto Michaela Castelli presidente di Utilitalia