Dalla soia all’olio, dall’energia elettrica al biodiesel, una circolarità continua, senza sprechi o agenti inquinanti: è il percorso virtuoso e l’obiettivo che AcegasApsAmga si è posta facendo entrare in servizio un nuovo trasformatore, che utilizza come sistema isolante e di raffreddamento un fluido vegetale a base di olio di semi di soia. Una tecnologia innovativa che punta alla completa circolarità materica, riducendo sprechi e residui. I trasformatori di questa potenza, date le importanti dimensioni, necessitano per il loro corretto funzionamento di circa 3 mila litri di fluido che isoli e raffreddi i cavi di rame presenti al loro interno: i trasformatori realizzati fino ad oggi utilizzano un olio a base minerale che, al momento della sostituzione del trasformatore, deve essere smaltito adeguatamente, come per l’olio dei motori.

Il nuovo trasformatore sviluppato da AcegasApsAmga, progettato e costruito da un’azienda del Triveneto e ora al servizio della rete elettrica di Gorizia, sfrutta invece un estere vegetale a base di semi di soia: il fluido viene prodotto utilizzando fonti rinnovabili e non necessita di fonti fossili in nessuna parte del suo ciclo vitale. Date le sue caratteristiche, al momento della sostituzione del trasformatore che avviene in media ogni 40 anni, ogni componente, incluso il fluido vegetale, possono essere completamente riciclati: vengono infatti recuperati ferro e rame del trasformatore, mentre l’estere vegetale può essere riutilizzato per continuare a produrre energia pulita. Il fluido rimosso potrà infatti essere trasformato, a seguito di varie lavorazioni, in biodiesel, completando la circolarità del prodotto.

Benefici ambientali ed energetici grazie al nuovo trasformatore

L’estere vegetale utilizzato dal nuovo trasformatore permette quindi una completa circolarità materica, continuando a trasformare energia in modo pulito. I suoi vantaggi rispetto all’olio minerale, però, non finiscono qui.

Essendo realizzato a partire da materiali rinnovabili, l’estere vegetale si biodegrada in solo 28 giorni al 97%, in caso di dispersione. Inoltre, ha una temperatura di autoaccensione estremamente alta: si tratta della temperatura minima alla quale la sostanza inizia spontaneamente a bruciare che nel caso degli oli minerali si aggira intorno ai 170° C, mentre per l’estere vegetale è superiore ai 300° C. Questo significa che in presenza di un sovraccarico un trasformatore normale si spegne automaticamente per evitare incidenti, mentre un trasformatore a fluido vegetale continua a lavorare senza rischi, mantenendo le stesse caratteristiche fisiche e chimiche anche ad elevate temperature, gestendo quindi i picchi energetici senza problemi. A questo si aggiunge il fatto che l’estere vegetale, anche qualora si infiammi, ha la capacità di spegnersi da solo in pochi secondi, migliorando così anche i livelli di sicurezza.

Una seconda alimentazione elettrica in linea con le norme europee future

Il nuovo trasformatore è stato installato al fine di aumentare la resilienza della rete elettrica goriziana: va infatti ad integrare il servizio di una stazione elettrica già esistente che ha lo scopo di convertire la media tensione da 20.000 V a 10.000 V; il nuovo trasformatore fornisce quindi una seconda alimentazione alla città.

Nell’ottica di migliorare sempre i servizi forniti, la multiutility non si è limitata a installare un trasformatore aggiuntivo, ma ha colto l’occasione per progettare un modello innovativo, che rispondesse già alle normative comunitarie dei prossimi anni.

Il regolamento europeo di Ecodesign emesso nel 2014 prevede infatti vari step di efficienza energetica dei trasformatori installati dai gestori: quello installato a Gorizia è già in linea con i requisiti previsti per il 2021, portando la città a un nuovo livello di ecologia nel campo energetico.

La prevenzione dei blackout grazie alla manutenzione predittiva

Il nuovo trasformatore si inserisce in un contesto di innovazione e resilienza a cui Gorizia sta assistendo già da tempo. In città è infatti in corso un progetto di manutenzione predittiva della rete elettrica volto a raggiungere un nuovo livello della super-continuità dei servizi: invece di intervenire sul guasto, lo si anticipa.

Questo progetto sperimentale permette infatti di leggere lo stato della rete, identificando anche microscopiche lesioni, grazie a strumenti estremamente sensibili. L’introduzione di questa innovativa tecnologia ha risvolti molto pratici sulla vita quotidiana dei cittadini: lo staff della multiutility, individuata l’area danneggiata, programma un intervento puntuale prima della rottura del cavo, evitando quindi l’insorgere di un blackout agli utenti allacciati, come fatto nella zona industriale di Gorizia alcuni mesi fa.

I benefici del progetto sono quindi molteplici per i cittadini che potranno giovarsi di una rete riqualificata puntualmente grazie a lavori programmati e non realizzati in urgenza. Sarà così possibile ridurre i disagi dei cittadini dovuti alle interruzioni del servizio di distribuzione dell’energia elettrica.