Il Comitato di Coordinamento e controllo dei Sindaci e amministratori azionisti di Veritas è intervenuto sulla corretta gestione dei rifiuti e in particolare sul Css, ovvero Combustibile solido secondario si ricava dalla lavorazione dei rifiuti non pericolosi e che viene utilizzato per produrre energia, e sullo sviluppo e l’importanza della raccolta differenziata. Di seguito l’intervento.

Il Comitato di Coordinamento e controllo dei Sindaci e amministratori azionisti di Veritas (51 Comuni soci) ribadisce la necessità di mettere al sicuro i propri territori da ogni possibile emergenza legata allo smaltimento dei rifiuti. L’avveniristica decisione di Enel (e del nostro Paese) di abbandonare il carbone per la produzione di energia – anticipata nel territorio veneziano, con l’avvio della riconversione della centrale termoelettrica Andrea Palladio di Fusina – rischia di mettere in crisi l’efficiente e virtuoso sistema di trattamento e smaltimento del rifiuto secco raccolto nel territorio del Bacino Venezia Ambiente: l’intera Città metropolitana di Venezia più il Comune di Mogliano Veneto (Tv). Infatti, la drastica riduzione della quantità di Combustibile solido secondario (Css) che Enel utilizza nella centrale in sostituzione del carbon fossile per produrre energia, obbliga Veritas a conferire il Css eccedente in impianti situati in altri territori, con forte aggravio dei costi ed evidenti ripercussioni sulla tariffa di smaltimento, quindi sulle bollette dei cittadini.

Deve essere però riconosciuto che l’abbandono del ciclo del carbone comporterà un importantissimo beneficio ambientale, dal momento che non saranno comunque immesse nell’atmosfera del nostro territorio emissioni pari a oltre un milione di tonnellate di carbone, a fronte di un contributo di Veritas che comunque è di sole 60.000 tonn/anno di Css (il 5% di quanto utilizzato nella centrale Enel). Il piano industriale di Veritas – già approvato da tutti gli organi societari, quindi anche dal Comitato dei Sindaci – prevede di garantire efficaci ed efficienti smaltimenti con recupero diretto di energia dal rifiuto; questo per assicurare la piena autosufficienza e la sicurezza ambientale del territorio.

Il progetto prevede di ottimizzare, attraverso il recupero energetico, il Css attualmente prodotto e i fanghi da depurazione civile, senza però aumentare l’attuale capacità di valorizzazione energetica già autorizzata dalla Regione Veneto per gli impianti della società controllata Ecoprogetto. Gli impianti del Gruppo Veritas sono stati progettati per recuperare energia da queste due tipologie di rifiuto, come già succede in altri territori, evitando quindi di mettere in crisi il sistema di trattamento e smaltimento di questi rifiuti-risorsa. Se non affrontato con velocità di programmazione e realizzazione, il non sapere dove portare il Css o il rifiuto secco da cui si produce può diventare un serio problema e far precipitare nell’emergenza anche il nostro territorio o, peggio, ricorrere a costose discariche, sprecando importanti risorse.

Già adesso Veritas agisce secondo le migliori prassi stabilite dalle norme nazionali ed europee (economia circolare) e per questo non utilizza la discarica (se non per il 3%) per smaltire i rifiuti che raccoglie, garantendo nel territorio metropolitano differenziata da primato nazionale e in crescita – 70,74% di media nel 2019 – e recupero energetico dei rifiuti urbani residui raccolti attraverso il Css. Non si deve però dimenticare che la richiesta del Gruppo Veritas di ricavare direttamente nei propri impianti energia termica ed elettrica dal Css, sostituendo la biomassa legnosa vergine attualmente utilizzata per lo stesso scopo, è stata accelerata esclusivamente perché Enel produce nella centrale di Fusina sempre meno energia dal carbone, quindi riceve meno Css, con la prospettiva di azzerarne l’utilizzo nel brevissimo periodo. Peraltro, la combustione e la produzione di Css sono in continuo calo grazie a un programma condiviso tra Veritas, Bacino Venezia Ambiente e Amministrazioni comunali che prevede l’aumento delle raccolte differenziate, l’indispensabile miglioramento della loro qualità e la continua ricerca per ridurre la produzione di rifiuti da parte dei cittadini. Questo è un punto particolarmente importante, perché la battaglia per la protezione dell’ambiente e lo sviluppo dell’economia sostenibile deve essere estesa ai comportamenti di cittadini e imprese, all’immissione al consumo di materiali meno inquinanti da parte del sistema industriale e commerciale, a una maggiore responsabilità nella riduzione degli imballaggi e della loro gestione, anche da parte dei consorzi volontari e obbligatori (Conai), perfino a un legislatore più attento a mettere in campo efficaci politiche ambientali. Diversa motivazione, ma identico obiettivo, vale per i fanghi da depurazione civile, che ormai da anni nel nostro territorio non sono più utilizzati in agricoltura ma che attualmente finiscono in discarica, con costi elevati e crescenti, pure questi destinati a incidere sulle bollette.

I Sindaci hanno a cuore la tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente. Hanno anche ben presente le difficoltà di gestire le circa 530.000 tonnellate di rifiuti urbani e assimilati raccolti ogni anno nel territorio del Bacino Venezia Ambiente Ma sanno che il bene della salute non si misura solo con il numero di NO a ogni cosa e a ogni costo, ma con atti concreti e coerenti. Le soluzioni tecnologiche adottate all’interno dei progetti sottoposti al vaglio delle Autorità competenti sono in grado di garantire il massimo rispetto per l’ambiente e di ottimizzare i costi, secondo i principi dell’economia circolare. L’equazione no agli impianti=tutela della salute e dell’ambiente non regge più e chi sostiene che i rifiuti sono una risorsa deve rendersi conto che questo è vero solo se si è capaci di ridurli, raccoglierli, trattarli e gestirli. Veritas – azienda al 100% pubblica – ha dimostrato e dimostra di esserne capace e per questo si colloca ai vertici nazionali di queste attività. Ha però bisogno di avere un’adeguata piattaforma impiantistica. Sognare che i rifiuti che tutti noi produciamo spariscano o vadano altrove – magari a basso costo – non può essere una soluzione, come purtroppo dimostrano le drammatiche situazioni emergenziali che affliggono molte città italiane, perfino la Capitale.