Veritas ha comunicato nuove precisazioni sull’impianto di Fusina, specificando che è falso che l’azienda ne voglia aumentare la potenza. L’impianto di valorizzazione energetica è gestito da Ecoprogetto società del Gruppo Veritas. Il Css ovvero Combustibile solido secondario si ricava dalla lavorazione dei rifiuti non pericolosi e viene utilizzato per produrre energia. Di seguito le precisazioni della società veneziana.

Ancora una volta alcuni comitati fanno il processo alle intenzioni, piuttosto che analizzare seriamente il progetto di valorizzazione del Combustibile solido secondario (Css) nell’impianto di Fusina, presentato in Regione dalla società controllata Ecoprogetto.

La documentazione sottoposta all’esame della Commissione regionale di Valutazione di impatto ambientale è chiarissima e non si presta a interpretazioni.

Infatti, nel progetto c’è scritto che “in ragione della prossima chiusura della centrale elettrica Andrea Palladio, oggi destinataria del Css prodotto dalla raffinazione del rifiuto secco residuo presso l’impianto di Ecoprogetto, si chiede un’autorizzazione per valorizzare la medesima quantità di Css presso le due linee di produzione di energia elettrica, già autorizzate per un massimo di 47,5 MWt”.

Ogni ulteriore aggiunta rientra nel novero delle illazioni e delle interpretazioni fantasiose, peraltro non suffragate da alcun dato certo o, peggio, manipolando i dati messi a disposizione da vari soggetti.

E’ quindi totalmente falso sostenere – come invece fanno i comitati – che dietro la richiesta ci sia l’intenzione di aumentare la potenza termica già autorizzata, ovviamente perché non vogliono tener conto che per questo servirebbe una nuova autorizzazione, peraltro mai stata chiesta. Ed è ancora più ridicolo immaginare che Ecoprogetto e Veritas vogliano imbrogliare sul potere calorifico del Css utilizzato, infischiandosene di tutti i controlli da parte delle Autorità a questo preposte, probabilmente considerate dai comitati come un inutile orpello

Per l’ennesima volta, dunque, Veritas ribadisce alcuni punti fermi del progetto:

  • La richiesta presentata da Ecoprogetto si riferisce alla conversione delle due linee per la produzione di energia elettrica (già autorizzate il 22/11/2017 dalla Giunta regionale del Veneto, con delibera 1881), in modo che possano essere alimentate ANCHE con il Css prodotto a Fusina e che non può più essere inviato ad Enel per la combustione con il carbone nella centrale termoelettrica Andrea Palladio, che nel frattempo chiude la produzione per effetto del decarboning.
  • La capacità termica complessiva delle due linee (autorizzata il 22/11/2017) è e rimane di 47,5 MWt; né Ecoprogetto né Veritas ne hanno chiesto l’aumento.
  • La quantità massima teorica di solo Css che può essere utilizzata nelle due linee già autorizzate è di circa 68.000 tonn/anno. Questo rappresenta addirittura di più dell’intera quantità di Css ottenuto in un anno dalla lavorazione delle circa 150.000 tonn di rifiuto secco residuo raccolto nel territorio della Città metropolitana di Venezia. La quantità di rifiuto secco raccolto, come più volte ribadito, è in calo in virtù della crescita delle differenziate (70,74% nel 2019) e della conseguente riduzione del secco stesso, indotta anche dalle politiche di Veritas a favore della riduzione degli imballaggi. Da ricordare che, per il terzo anno consecutivo, Venezia è risultata la prima Città metropolitana italiana e la prima grande città per raccolta differenziata. Inoltre, i flussi di tutti i rifiuti e materiali sono tracciati e certificati: una garanzia per i cittadini e per l’ambiente.

Per utilizzare anche il calore prodotto dalla combustione delle due linee, Veritas ipotizza la creazione di importanti sinergie industriali (ad esempio, l’uso per essiccare i fanghi da depurazione civile), così da risolvere altri gravi problemi ambientali ed economici che derivano dal conferimento in discarica di questi fanghi. La termovalorizzazione (o recupero energetico) è una pratica alternativa al poco sicuro e sconsigliato (se non addirittura vietato in molti Paesi europei) utilizzo dei fanghi da depurazione civile in agricoltura, incoraggiata da provvedimenti nazionali e compresa nella bozza del decreto fanghi del Governo, pubblicato alla fine dello scorso anno.

Fortunatamente nel nostro territorio esiste un capillare ed efficiente sistema fognario che raccoglie i reflui civili e li convoglia verso i depuratori, dove – dopo le varie fasi di trattamento – vengono prodotti i fanghi da depurazione civile, attualmente portati in discarica. Lo smaltimento di questi particolari rifiuti (carichi di prodotti chimici, agenti biologici e farmaci a cui siamo esposti e che quotidianamente usiamo) è un problema che deve essere risolto e non dimenticato o nascosto sotto il tappeto.

Il progetto presentato assolve proprio a queste necessità.