l Gruppo Veritas è nuovamente intervenuto sulla gestione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il cosiddetto Css ovvero il combustibile solido secondario che si ricava dalla lavorazione dei rifiuti non pericolosi. Di seguito le puntualizzazioni della società veneziana.

Aumenta la differenziata e scende la quantità di rifiuti raccolti, nonostante l’incremento del turismo e la crescita del sistema economico locale: per il terzo anno consecutivo Venezia è la prima Città metropolitana (69,1 per cento) e il primo comune italiano con oltre 200 mila abitanti per differenziata (59,5 per cento). I riconoscimenti di Legambiente e Ispra sono molto importanti, perché premiano gli sforzi che amministrazioni comunali, cittadini e Veritas stanno facendo per gestire al meglio i rifiuti. Operazione molto più complessa di quanto si possa immaginare, come dimostra la situazione di alcune importanti città italiane che soffocano sotto il peso di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti.

“Per arrivare al livello di eccellenza che viene quotidianamente riconosciuto al nostro territorio -ha detto Massimiliano De Martin assessore all’Ambiente del Comune di Venezia- non basta raggiungere alte percentuali di differenziata, quindi ridurre la quantità di secco residuo e di rifiuto in assoluto. Il sistema deve essere integrato; in grado cioè di raccogliere i materiali in maniera separata, tracciarne tutti i flussi e infine trattare correttamente e trasformare ogni singola frazione, compreso il secco residuo. Deve, in sostanza, trattare il rifiuto come una risorsa sia quando si ricicla che quando si recupera. Questo significa, nel nostro territorio, trasformare i rifiuti in energia, operazione che nei prossimi anni ci consentirà di mantenere in sicurezza la nostra area, al riparo da emergenze legate allo smaltimento dei rifiuti”.

Nel territorio dove Veritas opera la discarica è solo un ricordo, dal momento che questo sistema di smaltimento è utilizzato solo per i sovvalli, gli scarti, che non possono essere ancora riciclati o trasformati in energia e che comunque rappresentano frazioni sempre minori delle 530.000 tonnellate di rifiuti che Veritas raccoglie ogni anno nell’area del Bacino Venezia ambiente, i 44 Comuni della Città metropolitana di Venezia e Mogliano Veneto. La media italiana di utilizzo della discarica, invece, è del 50%.

Da oltre 20 anni il secco residuo viene trattato a Fusina negli impianti di Veritas-Ecoprogetto e diventa Css ovvero combustibile solido secondario; un materiale, anzi, un sottoprodotto, solo giuridicamente un rifiuto, che sostituisce il carbone fossile in cementifici e centrali a carbone ed è quindi utilizzato per produrre energia. Questa pratica non è nemmeno lontana parente dell’incenerimento (in pratica la distruzione del rifiuto al posto dell’invio in discarica), che infatti prevede la combustione dei rifiuti tal quali, cioè senza alcun trattamento o vagliatura precedente.

Dal 2013 Veritas non utilizza questo sistema di smaltimento, pur previsto dalla legge e autorizzato dagli Enti competenti, tanto che nel 2014 il vecchio termovalorizzazione di Fusina è stato chiuso: la crescita delle differenziate e la trasformazione del rifiuto secco residuo in Css lo avevano reso inutile. Veritas oggi deve e può chiudere il cerchio: differenziata in aumento (oltre il 70 per cento, media a novembre 2019 del territorio metropolitano), quantità complessiva di rifiuti in calo (meno 10 kg pro capite dal 2017 al 2018 nel Comune di Venezia), utilizzo della discarica ridotto al minimo indispensabile e riutilizzo crescente di ogni tipologia di materiale o rifiuto riciclabile.

Ma per essere mantenuto efficace, questo sistema virtuoso ha bisogno di continuo aggiornamento e adeguamento alle normative e alle tendenze del mercato, anche di quello del riciclo. Nel 2023 sarà riconvertita la centrale termoelettrica Andrea Palladio di Fusina, che produce energia sostituendo il carbone con parte delle 60 ,ila tonnellate all’anno di Css prodotte da Veritas. Quindi, è necessario trovare per tempo una destinazione al Css prodotto, anche se in diminuzione: le quantità in gioco, per quanto sono e saranno ridotte, hanno comunque bisogno di tempo per azzerarsi. Già adesso Veritas invia in altri impianti il Css non utilizzato da Enel, ovviamente con costi elevatissimi che si ripercuotono e si ripercuoteranno nelle bollette dei rifiuti: la tariffa di smaltimento di una tonnellata di Css è in costante aumento e il trend è in crescita. Senza una soluzione alternativa, fra tre anni tutto il Css prodotto sarà probabilmente smaltito a costi stellari.

Veritas, quindi, ha chiesto alla Regione del Veneto, con procedura di Valutazione di impatto ambientale regionale, di produrre energia nell’impianto di Fusina con il Css derivato dalla raccolta del secco residuo all’interno del territorio metropolitano di Venezia, sostituendo la biomassa legnosa vergine attualmente utilizzata. L’impianto di produzione energetica a biomassa è già stato autorizzato due anni fa dalla Regione e attualmente è funzionante.

E’ però importante fare chiarezza sui numeri. Attualmente l’impianto della società Ecoprogetto è autorizzato a produrre 150 mila tonnellate all’anno di Css. Ma la produzione reale è inferiore, perché Veritas raccoglie nel proprio territorio solo 150 mila tonnellate di rifiuto secco residuo, che diventano appunto 60 mila tonnellate di Css, dal momento nel corso del processo di trasformazione si perde umidità e vengono ancora recuperati materiali riciclabili.

La quantità di Css è però destinata a diminuire, perché le differenziate sono in costante crescita. Inoltre, Veritas non ha chiesto alcun aumento della capacità dei propri impianti: non c’è quindi alcuna possibilità che venga superata la soglia autorizzata di produzione di Css né, tantomeno, è stato chiesto di portare a combustione una quantità maggiore rispetto al Css autoprodotto. Chi parla di inquinamento spaventando tutti, dovrebbe ricordare che la riconversione della centrale Enel eviterà la più che trentennale emissione di oltre un milione di tonnellate all’anno di carbon fossile, mentre il contributo di Veritas attraverso il suo Css rappresenta solo il 5 per cento del totale. L’eventuale apporto alle emissioni dell’impianto di Veritas (dotato di strumenti modernissimi in grado di abbatterle al massimo livello) sarà dunque estremamente limitato, migliorato e non aggiuntivo, in quanto già presente perché utilizzato da Enel.

Chi parla di rifiuto come risorsa, spesso senza autentiche competenze, non può non intuire che per rispettare veramente l’ambiente e la salute dei cittadini c’è bisogno di impianti industriali, moderni e adattabili all’evoluzione dell’economia circolare che in futuro consentirà, anche da parte del sistema industriale, la riduzione dei materiali non riciclabili e la modifica positiva di quelli che oggi vengono consumati. Tuttavia, la transizione a questo genere di economia verde, che è già cominciata e che Veritas ha per prima impostato con i propri impianti e raccolte, non può essere gestita con efficacia se si passa attraverso emergenze e caos, come dimostrano con palese evidenza i territori senza impianti e con Comuni e gestori privi di progetti industriali per i servizi pubblici.