Sono iniziati nei giorni scorsi i lavori di potenziamento della centrale di potabilizzazione di Acquevenete a Boara Polesine. Un cantiere da 1 milione 550 mila euro, con l’obiettivo di aumentare la ridondanza di trattamento dell’impianto: si tratta di uno degli interventi messi in programma a seguito dell’emergenza idrica di fine ottobre 2018. Nel cantiere all’interno della centrale si è tenuto un sopralluogo alla presenza del direttore dell’area Tutela e sviluppo del territorio Nicola Dell’Acqua, nelle vesti di soggetto attuatore inviato dal commissario per l’emergenza maltempo Luca Zaia a verificare lo stato dei lavori. Presenti anche Loris Toniato della direzione Tutela e sviluppo del territorio regionale, il direttore di Arpav Rovigo Vincenzo Restaino, il presidente della Provincia di Rovigo Ivan Dall’Ara, il presidente di Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo con il componente del CdA di Acquevenete Antonio Bombonato.

“Dopo l’emergenza idrica dello scorso anno abbiamo riscontrato subito da parte di Acquevenete una forte sensibilità nel farsi carico e nel risolvere la problematica -ha sottolineato il prefetto di Rovigo, Maddalena De Luca-. Sono stati avviati immediatamente lavori di potenziamento e ammodernamento degli impianti per renderli idonei a far fronte anche a situazioni di carattere eccezionale. All’azienda va un grande plauso per l’efficienza e la professionalità dimostrate, ricordando che tutte le azioni messe in campo sono mirate a garantire la tutela della salute pubblica. Un’altra importante innovazione introdotta è l’app per gli utenti, uno strumento di comunicazione che avevo chiesto in occasione dell’emergenza dello scorso anno: Acquevenete ha sposato immediatamente questa proposta e già da qualche mese è attivo un servizio di informazione costante all’utenza, con la finalità di ridurre al minimo i disagi per la popolazione, informando tempestivamente delle sospensioni”.

“Acquevenete ha avviato una serrata progettazione all’indomani dell’emergenza maltempo di fine anno scorso, con il costante sostegno della Regione -ha sottolineato il presidente del gestore idrico, Piergiorgio Cortelazzo-. Il cantiere è stato avviato nei tempi previsti e una volta portato a termine consentirà un significativo miglioramento del servizio offerto, soprattutto in caso di crisi. Chiediamo sin d’ora ai nostri utenti di pazientare per le inevitabili sospensioni che saranno necessarie in corso d’opera, che verranno comunque sempre annunciate con anticipo, ricordando che il fine ultimo è quello di non ripetere situazioni di disagio come quelle vissute in passato”.

Il progetto, nel dettaglio, prevede una serie di interventi presso la centrale di Boara Polesine. Innanzitutto i lavori consentiranno di rimettere in funzione una sezione di trattamento parallela alla chiariflocculazione, ovvero i decantatori, che svolgono di fatto la stessa funzione. In secondo luogo, è previsto il rifacimento completo dell’impiantistica idraulica ed elettrica della filiera dei carboni attivi. Il terzo step riguarda l’adeguamento dell’opera di presa e infine verrà realizzato un nuovo impianto di trattamento delle acque di risulta.

La finalità principale è quella di garantire la ridondanza di trattamento all’impianto, in particolare in relazione al comparto di chiariflocculazione/decantazione. Questa fase è quella più critica nel trattamento degli eventi di elevata torbidità, come è stato quello che ha interessato la centrale durante l’emergenza idrica di fine ottobre 2018. Nello stato di fatto il margine di sicurezza della chiariflocculazione della centrale di Boara è inferiore rispetto a quello degli altri impianti che prelevano dall’Adige ed è stata questa una delle cause per cui l’eccezionalità dei livelli di torbidità del fiume raggiunti durante la crisi ha causato la fallanza del trattamento di interessato Boara, e non invece quello delle altre centrali.

Con le opere previste dal progetto sarà possibile garantire un più ampio margine di sicurezza all’impianto di Boara per far fronte ad eventi estremi di piena. Trattandosi di interventi che per forza di cose si devono realizzare su un impianto in funzione, per la durata del cantiere potranno essere messe in programma delle sospensioni dell’erogazione: queste verranno sempre e comunque comunicate in anticipo, attraverso l’app acquevenete, il sito www.acquevenete.it, oltre ad avvisi inviati agli organi di stampa e agli enti territoriali.

Questo progetto rientra tra gli investimenti messi in programma da Acquevenete per il potenziamento delle centrali sul fiume Adige, all’indomani dell’emergenza di fine ottobre 2018, quando l’eccezionale torbidità dovuta alla piena per l’ondata di maltempo sulla regione causò disagi agli utenti di nove Comuni rodigini, tra cui il capoluogo. Il masterplan messo in campo dall’azienda prevede nuove opere per un valore che supera i 12 milioni di euro, in parte sostenute dalla Regione Veneto nell’ambito della gestione emergenziale che ha visto la nomina del governatore del Veneto Luca Zaia a commissario delegato ai primi interventi urgenti di Protezione civile.

Per la sola centrale di Boara Polesine, oltre al cantiere attualmente in corso, è già stato ultimato un intervento di rifacimento dell’impianto di rilancio in rete e al ripristino del serbatoio pensile presso la centrale, per un importo complessivo di 800 mila euro, mentre il progetto da 5,5 milioni di euro per l’ulteriore potenziamento della centrale è in fase di affidamento dell’incarico di progettazione definitiva (con scadenza offerte il prossimo 7 ottobre). Questo intervento permetterà di realizzare nuovi comparti di processo (chiariflocculazione e filtrazione a sabbia, finissaggio su carbone attivo e accumulo), per garantire la potenzialità necessaria alla dismissione della centrale di Occhiobello e per creare una filiera parallela di processo.

Nel frattempo, per quanto riguarda le altre centrali che attingono dall’Adige, sono in esecuzione i lavori di adeguamento a Badia Polesine (RO) e Cavarzere (VE), un progetto del costo totale di 680 mila euro. A Badia Polesine è in corso anche un intervento di escavazione dell’alveo del fiume Adige, allo scopo di liberare dalla sabbia l’opera di presa sul fiume, per un importo di circa 200 mila euro, mentre a Cavarzere un ulteriore cantiere da 380 mila euro sta concretizzando i lavori di potenziamento necessari a ricevere la fornitura di acqua pedemontana attraverso il MOSAV. Altri tre adeguamenti sono in scaletta per le centrali sulla sponda padovana, con un investimento di 3,2 milioni di euro per le centrali di Piacenza d’Adige, Vescovana e Anguillara Veneta.