Prima nazionale del monologo teatrale Evoluzione. Riflessioni postume di un Australopiteco mercoledì 19 giugno a Portogruaro, evento che coniugherà cibo, arte e divulgazione scientifica per parlare d’ambiente e del rapporto tra uomo e natura. Andrà in scena teatro Luigi Russolo di Portogruaro. L’ingresso è gratuito fino ad esaurimento posti. Per la prenotazione è possibile contattare l’ufficio comunicazione di ASVO dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 14 ai seguenti recapiti: Selena Galasso tel. 0421.705720 – mail ufficiocomunicazione@asvo.it

L’Australopiteco è un genere dell’ordine dei Primati vissuto da 6 a 2 milioni di anni fa, derivato dagli ominidi e staccatosi dalle scimmie antropomorfe. Ha sviluppato per primo la posizione eretta e il pollice opponibile, creando le condizioni per l’evento del genere Homo. Sta alle nostre origini ma si è estinto, vivendo in prima persona l’evoluzione come un processo che comprende anche la fine di una specie, a ricordarci che non siamo eterni e che la “vita” è condizionata dall’ambiente, del cui degrado e cambiamento noi siamo fortemente responsabili.

Il monologo è un viaggio raccontato in prima persona nella storia dell’umanità, re-interpretata da un punto di vista differente dal nostro e che stimola riflessioni e consapevolezza. L’Australopiteco riflette sulle sorti dell’umanità con un accento critico, a volte ironico, esponendo eventi scientificamente certi e valutazioni strettamente personali, fino a far emergere le contraddizioni e le criticità della nostra specie, ed in particolare del nostro rapporto con la natura e l’ambiente.

Lo stile narrativo coniuga il taglio divulgativo e quello teatrale, grazie all’interpretazione dell’attore-divulgatore, che racconta esperienze personali, punti di vista, valutazioni insieme a fatti scientifici ambientali, climatici, geologici, evolutivi e storici. Nel monologo il concetto di evoluzione come storia positiva che si sviluppa fino all’Uomo, arbitrariamente postosi al centro della scena evolutiva, viene via via superato per far emergere la assoluta precarietà della condizione umana e la fragilità del nostro presunto dominio sulla natura.