Il laboratorio di Etra ha portato a termine un nuovo monitoraggio mirato riguardo a un inquinante rinvenuto nei mesi scorsi nella stessa area vicentina contaminata da Pfas: si tratta del GenX, un tensioattivo che rientra nella famiglia delle sostanze perfluoroalchiliche, di cui gli esperti dell’Arpav hanno rinvenuto tracce attorno allo stabilimento che si trova al centro della nota vicenda che sta allarmando una parte del Veneto.

Etra, pur non avendo alcun motivo di sospettare la presenza di questo nuovo composto nelle falde di prelievo, si è mossa per una verifica nelle maggiori centrali di emungimento dell’acqua potabile, non riscontrando presenza dell’inquinante, come del resto è avvenuto per i Pfas, gli altri composti della stessa famiglia. Le analisi hanno dato la massima rassicurazione: non è stata rilevata alcuna presenza del pericoloso inquinante.

E questa non è stata che l’ennesima conferma della qualità dell’acqua erogata: da un paio d’anni ormai Etra ha intensificato il campionamento delle acque e delle analisi effettuate, nell’ottica di monitorare le sostanze della famiglia dei Pfas. Una scelta che è stata fatta ascoltando le richieste dei cittadini-utenti, anche se l’azienda non ha motivo di pensare che il proprio bacino abbia subito tale inquinamento. Come ha più volte ribadito uno dei massimi esperti idrologi del veneto, il prof. Lorenzo Altissimo: “L’inquinamento da Pfas nella rete idrica di Etra è idraulicamente impossibile”.

Nell’ambito del monitoraggio dell’acquedotto, definito dal piano di sicurezza acquedotto concordato con le Ulss del territorio, è stata inserita una campagna annuale di controllo specifica sulle sostanze perfluoroalchiliche.

Nel corso del 2018, fino ad oggi, sono state eseguite 90 analisi su tutte le fonti di approvvigionamento e non è stata rilevata alcuna presenza significativa di composti inquinanti.

I risultati delle analisi sono pubblicati nel sito di Etra  www.etraspa.it