Confservizi Veneto supporta gli enti locali per i progetti e le richieste

Poco più di tre mesi per le amministrazioni comunali 
per richiedere i finanziamenti a fondo perduto 
per la videosorveglianza urbana integrata

Padova, 16 marzo 2018 – Solo fino al 30 giugno le amministrazioni comunali avranno tempo per presentare le richieste di finanziamento statale a fondo perduto per dotarsi di sistemi evoluti di videosorveglianza urbana. Prima, però, dovranno presentare alla prefettura di competenza un patto per la sicurezza aggiornato e un progetto strategico. Senza questo passaggio preventivo e quindi in mancanza di una progettazione strategica, non potranno candidarsi per accedere ai contributi. Ogni altra strada risulta senza sbocco. Il provvedimento di riferimento è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 09/03/2018 e prevede 15 milioni di euro per quest’anno e altrettanti per il 2019.

Considerata la ridotta tempistica per arrivare a presentare le domande e valutata la complessità di questi processi, che richiedono una elevata specializzazione, Confservizi Veneto ha intensificato la propria attività, al fine di fornire nel rispetto della scadenza prevista il necessario supporto alle amministrazioni comunali.

Confservizi Veneto, l’associazione delle società a capitale pubblico-privato, che erogano i servizi di pubblica utilità e sono di proprietà degli enti locali, è particolarmente impegnata nel settore della videosorveglianza urbana e più in generale in quello delle smart cities.

“Abbiamo creato un pool di specialisti di altissimo livello, – afferma Nicola Mazzonetto direttore di Confservizi Veneto – e siamo in grado di fornire servizi completi chiavi in mano: dalla progettazione alla realizzazione di sistemi di sicurezza integrati, dalla raccolta all’elaborazione dei dati, assieme all’importante assistenza per il reperimento di finanziamenti. L’obiettivo è sì quello della sicurezza urbana integrata interforze, ma anche quello di fornire agli amministratori strumenti di analisi del territorio, per esempio traffico, parcheggi, trasporto pubblico e viabilità, al fine di poter effettuare pianificazioni puntuali e precise nei diversi ambiti di interesse, come la viabilità, i lavori pubblici, la riduzione degli impatti ambientali”.

E’ importante osservare che Confservizi Veneto dispone di tecnologia e software in grado di utilizzare nei sistemi intelligenti 4.0 le telecamere già in servizio sul territorio che effettuano solo riprese. Ciò permette un importate recupero delle attrezzature disponibili e di valorizzarle in infrastrutture moderne.

Il decreto pubblicato nella gazzetta il 9 marzo 2018, che fissa le regole e tutte le scadenze, specifica che le domande potranno essere formalizzate solo dalle amministrazioni comunali che avranno sottoscritto con la prefettura un moderno patto per la sicurezza e i cui progetti di potenziamento e sviluppo strategico degli impianti di videosorveglianza siano stati preventivamente approvati dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza. I progetti devono rispettare le direttive impartite dal Ministero dell’interno, a partire da quella del 2 marzo 2012, e le indicazioni emanate dal Viminale il 12 gennaio 2018 in materia di impianti lettura targhe, che specificamente richiede una chiara valutazione dell’impatto privacy di un sistema ibrido interforze, nel rispetto delle diverse prerogative delle forze di polizia.

“Per poter progettare moderni sistemi di videosorveglianza con lettura targhe e analisi video – sottolinea Nicola Mazzonetto direttore di Confservizi Veneto –  è indispensabile aver prima scelto e deciso le modalità e le regole di condivisione delle dotazioni tecnologiche tra polizia locale, polizia di Stato e carabinieri, ovviamente nel rispetto delle regole privacy. Il sistema che ne risulta è infatti notevolmente diverso se ai tradizionali utilizzatori comunali dei sistemi si aggiungono le forze di polizia dello stato e i carabinieri. Prima di investire risorse sulla videosorveglianza urbana 4.0 è pertanto necessario organizzare la strategia interforze con il coinvolgimento della prefettura”.

Il servizio fornito da Confservizi Veneto è riassumibile nel seguente schema: